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La città di Arica, nel nord del Cile |
L'itinerario inconsueto in una cittadina incastonata tra
l'Oceano Pacifico, il deserto e gli elevati altipiani andini
Lungo la strada che collega Iquique ad Arica il paesaggio muta; le terrazze sabbiose che formano l'altopiano nord sono spezzate da profonde quebradas, ossia dei canyon alla cui base si trova una fitta vegetazione, la cui sopravvivenza é garantita dal drenaggio a valle dell'umidità notturna.
Si percorre l'altipiano per svariati chilometri per giungere a ridosso della quebrada de Chaca, la più maestosa della zona. Da qui si comincia a scollinare, per entrare nella pianura costiera antistante Arica.
La città di Arica é estremamente vivace, assomiglia molto alle nostre città di mare; sarà per la presenza del Morro, un promontorio roccioso prospiciente al mare, ma sembra di essere a Cefalù...
La città, anche grazie al turismo, vive un periodo di intenso sviluppo; lo testimoniano i molti immigrati dai vicini Perù e Bolivia.
Il clima é caldo e secco per tutto l'anno; la mattina é quasi sempre nuvoloso, ma già alle 10-11 del mattino il sole é cocente; ho conosciuto persone quarantenni che han giurato di non aver mai visto piovere in città; la questione é reale in quanto una corrente proveniente dal pacifico, giungendo in prossimità della costa, si dirige immancabilmente verso il litorale peruviano, rovesciando periodicamente salutari scrosci di pioggia e lasciando a secco Arica.
Nonostante tale siccità, l'umidità notturna garantisce la presenza di una buona vegetazione; i fiumi Lluta e Azapa irrigano le omonime vallate, rispettivamente a nord e a sud della città, anche se solo quest'ultima garantisce prodotti della terra di buona qualità, grazie alla minor salinità del terreno.
Il centro, ben curato, é caratterizzato da vie lastricate con molti negozi, l'ideale per le passeggiate alla fresca brezza della sera.
Da vedere l'originale Cattedrale di San Marco e l'edificio della ex dogana, ora sede della Casa della Cultura, nei pressi del porto, entrambe progettate da Gustave Eiffel.
Il punto ideale per una veduta panoramica della città é il Morro; questa parete rocciosa, la cui scalinata ne facilita l'accesso alla vetta, é sede del Museo Storico e di altri monumenti celebrativi della guerra del Pacifico; vi é, inoltre, un imponente Cristo a braccia aperte quale garante della pace fra i popoli cileno e boliviano.
Fuori città, la rigogliosa valle de Azapa, zona agricola, ove ha sede il museo etnologico più importante del nord del paese; nei pressi, una strada secondaria che consente di ammirare interessantissimi geoglifi raffiguranti lama, rettili e figure umane. Meglio passarci di mattina, col sole basso, in quanto la luce é migliore e l'arsura ancora tollerabile.
Arica é città di confine; infatti a poche decine di chilometri, verso nord, si entra in Perù. La prima città che si incontra é Tacna, in puro stile coloniale.
Nonostante le macchinose formalità burocratiche, sono molti i cileni che si recano a Tacna a fare compere, in quanto i prezzi sono mediamente molto più bassi che in Cile.
Nei pressi di Arica le belle spiagge di El Laucho, La Lisera e Chinchorro, quest'ultima molto esposta ai venti, anche se la più alla moda.
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Autore: |
rfe
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Il: |
12/06/2010 |
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