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Pirati e filibustieri, bucanieri e corsari. Il mito di avventurieri dediti al banditismo per mare

Riviviamo le gesta dei pirati che infestavano le acque del mar dei Caraibi nel periodo di sviluppo coloniale delle Americhe

L'insediamento di una stabile economia nel Nuovo Mondo ebbe come prima conseguenza il sorgere di una intensa attività commerciale sulla nuova rotta che collegava le colonie americane all'Europa.
Il Paese che inaugurò tali traffici fu la Spagna; i Borboni, nel corso del XVI secolo, poterono beneficiare di ingenti ricchezze quali oro e altri metalli preziosi, ma anche di nuove derrate alimentari, di valore economico non trascurabile.
Tali ricchezze che attraversavano l'Oceano Atlantico attirarono così una miriade di diseredati dal Vecchio Continente, che cominciarono ad organizzare bastimenti dediti all'assalto delle navi quando queste ancora solcavano le acque del Mar dei Caraibi.
In pochi anni, il placido Mar delle Antille si trasformò nel più burrascoso di tutti i mari. Personaggi come Henry Morgan e l'Olonese divennero leggendari per la spietatezza con cui assaltavano le coste caraibiche e le navi cariche di beni preziosi.
Il mito dei bucanieri sta anche nelle semplici ma ferree regole d'ordine che questi spietati assaltatori si davano; nei primi anni del XVII secolo si riunirono nella cosiddetta confraternita de "Los Hermanos de la Costa" e si stabilirono la propria base di appoggio a Tortuga, un isolotto al nord est di Haiti; la confraternita nominava un capo cui veniva demandata la guida militare nella esecuzione delle razzie per mare e per terra; inoltre il bottino veniva ripartito in parti uguali e persino la barca con cui navigavano era di proprietà comune.
Anche gli appellativi ad essi attribuiti testimoniano una aura mitica propria degli eroi: vi erano i bucanieri, dal termine "boucan", ossia la griglia da barbecue che utilizzavano per cuocere o affumicare la carne; i filibustieri, dall'olandese "vrij buiter", che significa colui che cattura il bottino; corsari, che erano pirati al servizio di un governo europeo, incarico conferito in base alla cosiddetta "patente del Corso"; infine vi erano i pirati, i quali erano comuni delinquenti dediti all'assalto delle navi che non esponevano il famoso "Jolly Roger", ovvero la tipica bandiera dei pirati raffigurante il teschio con due ossa incrociate su sfondo nero.
La forza e il prestigio militare raggiunto portò buona parte dei gruppi pirateschi ad assaltare persino le fortezze spagnole della terraferma, come accadde nel caso della presa del forte Chagres di Panama e del resto della città da parte di Henry Morgan nel 1670.
In realtà la pirateria ebbe a svilupparsi anche grazie all'atteggiamento dei governi europei, i quali in molte occasioni giunsero ad assoldare, mediante la già citata "patente del Corso", gruppi di pirati con il solo scopo di assaltare i bastimenti facenti capo alla potenza europea nemica.
Tuttavia, la pace siglata nel 1635 tra Spagna e Inghilterra, benchè poco duratura, determinò la fine dell'egemonia piratesca sui mari. La Spagna decadde rapidamente e il suo declino fu totale; permase l'egemonia britannica, francese e olandese, ma non più con la competitività che aveva caratterizzato i primi decenni dello sviluppo dei traffici coloniali.
Le potenze europee, tuttavia, continuarono ad adottare un atteggiamento ambiguo nei confronti del fenomeno della pirateria; per esempio, nel 1674 il governo inglese nominò Henry Morgan vice governatore della Giamaica.
Oggi la pirateria non è scomparsa, ma semplicemente è andata a solcare nuovi mari. Di quel periodo rimangono, specie nell'area caraibica, le fortificazioni erette dalle potenze coloniali dell'epoca: il casillo de Jagua a Cienfuegos e il Morro dell'Avana e di Santiago a Cuba, la Fortezza di San Felipe a Cartagena in Colombia e altre ancora.

Autore: riccardo
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Il: 03/03/2005
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