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Il cinema latino americano sbarca in Italia

Nell'autunno 2004 una rassegna cinematografica itinerante sta attraversando l'intero stivale. Da Trieste a Bologna, da Roma a Genova: una occasione da non erdere per gli appassionati della Settima Arte

La cinematografia latino americana cresce. Cresce in termini di qualità, di quantità, ma purtroppo altrettanto non vale per quanto riguarda la visibilità; e si sa, un film che non arriva alla distribuzione, o vi arriva solo per alcuni giorni, è come un film mai realizzato.
Sono poche le produzioni latino americane che riescono a varcare l'Oceano per trovare una adeguata distribuzione nelle sale italiane; fra queste si ricordi "Fragola e cioccolato", del cubano Tomàs Gutièrrez Alea, uscito nel 1994, e le più recenti pellicole "Amores perros", diretto nel 2000 dal messicano Alejandro Gonzàlez Iñàrritu, Y tu mama tambien, una coproduzione messicano-statunitense del 2001 e "Pantaleòn e le visitatrici" film peruviano del 1999 interpretato dalla splendida Angie Cepeda.
Una buona notizia: dal 23 al 31 di ottobre 2004 si è tenuto il XIX Festival del cinema latino americano di Trieste. La rassegna, cui hanno partecipato molte opere prime in rappresentanza di quasi tutto il continente, si è conclusa con la premiazione quale miglior film di "El atraco" di Paolo Agazzi, regista nato a Cremona ma da parecchi anni residente in Bolivia.
Una selezione del Festival è attualmente in corso a Bolzano (dal 2 all'11 di novembre), Bologna (4-9 novembre) e poi si trasferirà a Milano (9-14 novembre), Roma (16-21 novembre), Verona, Brescia e Cremona.
Il 22 novembre il testimone passerà infine a Genova, dove nella settimana festivaliera verranno proiettate le ultime pellicole in concorso.
Tra queste vi sono "Whisky", degli uruguayani Juan Pablo Rebella e Pablo Stoll, "O invasor", di Beto Brant, non recente, ma già celebrata al Sundance Film Festival di Robert Redford come la miglior pellicola latino americana del 2002, "Amarelo o manga" di Claudio Assis e "Contra todos" di Roberto Moreira, per citare quelli di produzione brasiliana, "Los guantes mágicos" di Martín Rejman, "Parapalos" di Ana Poliak, "PymE" di Alejandro Malowicki e "Tan de repente", queste ultime quattro di scuola argentina, "La primera noche" del colombiano Luis Alberto Restrepo, "Suite Habana" del cubano Fernando Pérez, "La canción del pulque" di Everardo González e "Nicotina" di Hugo Rodríguez, entrambe messicane, e "Amor en concreto" del venezuelano Franco de Peña.
E' questa la seconda edizione della rassegna, organizzata dall'Associazione Culturale Labò, che si ripropone di valorizzare una tra le scuole cinematografiche più innovative ed originali del mondo la quale non trova l'adeguato riconoscimento dei propri meriti per cause che sono da ricercarsi nelle ferree regole di mercato a dir poco protezionistiche che disciplinano la distribuzione internazionale di prodotti audiovisivi.
La vittima di tale fenomeno è certamente il pubblico, che viene così privato di opere, spesso di intensa critica sociale, che invitano la gente a riflettere sulle distorsioni della società contemporanea, a vantaggio di produzioni ricche di effetti speciali ma vuote, talvolta, di contenuti.

Autore: rf2000
Copyright: La presente opera d'ingegno è riproducibile, parzialmente o totalmente, da ciascun utente, previa autorizzazione scritta dell`autore.
Il: 09/11/2004
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