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Le ultime dal Venezuela |
Cresce il dissenso politico dopo la conferma di Hugo Chàvez alla guida del Paese quinto esportatore di petrolio al mondo
Il giorno di Ferragosto 2004 in Venezuela si è tenuto il referendum revocatorio del mandato presidenziale di Hugo Chavez prima della scadenza naturale del 2006.
Tale consultazione popolare, indetta per iniziativa delle opposizioni capeggiate da Enrique Mendoza, ha visto prevalere i “no”, attribuendo a Chavez nuova forza politica, dopo anni di intensi scontri politici che avevano provocato, specie negli ultimi mesi, parecchi disordini sociali in quello che costituisce il più antico Stato democratico dell'America Latina nonché quinto esportatore di petrolio al mondo.
Un breve excursus storico: Chàvez aveva vinto le elezioni del dicembre 1998 con il 56,2% dei voti e fu rieletto nel 2000 con quasi il 60%, dopo aver fatto approvare una nuova Carta costituzionale - la Costituzione bolivariana - e aver subito un tentativo di colpo di stato.
Tra dicembre 2002 e febbraio 2003 una ondata di scioperi indetti dalle corporazioni sindacali del petrolio aveva amplificato gli effetti di una grossa crisi economica già in atto.
Ora le opposizioni promettono battaglia: oltre ad accusare brogli nello scrutinio del referendum, contestano le prime manovre di riorganizzazione dell’assetto del Paese.
In particolare puntano il dito contro la crescente burocrazia, provocata dalla decisione del governo di aumentare il numero dei ministeri e dei funzionari pubblici, nonché di separare competenze precedentemente accorpate per esigenze di snellezza.
Un esempio: il Ministero dell’Agricoltura, precedentemente riunito con Industria e Commercio, oggi torna a costituire un autonomo dicastero.
Ma c’e’ dell’altro – aggiungono gli oppositori - : tale orientamento genera instabilità nel quadro esecutivo del settore pubblico, accrescendo oltre misura l’inefficienza dell’intero comparto.
La situazione nel paese sud americano è ora di sostanziale calma, tipica dei periodi post elettorali; la ricerca di nuovi equilibri socio politici limitano lo scontro alle invettive e ai pubblici proclami.
Tuttavia non è azzardato prevedere un riacutizzarsi delle tensioni interne nei prossimi mesi. |
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Autore: |
rf2000
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Il: |
21/09/2004 |
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