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Il viaggio premio |
Los premios è il primo romanzo di Julio Cortázar, pubblicato
nel 1960, per certi versi anticipatore di Rayuela, dato alle
stampe tre anni dopo
Una storia ricca di simboli e di allegorie: una nave che viaggia in una direzione imprecisata, un equipaggio quasi invisibile e un gruppo di passeggeri che si gode la crociera bevendo drink al bar e conversando di argomenti futili.
Lo scenario si apre al caffè London di Buenos Aires, dove sono chiamati a radunarsi i vincitori della lotteria nazionale. Il premio, come anticipa il titolo del romanzo, consiste in una crociera e i fortunati avventori cominciano ad incontrarsi e a conoscersi tra caffé, sorsi di birra e di whisky.
Lo vicenda passa a svolgersi sul Malcolm, il mercantile dove tutti i personaggi, appartenenti a differenti classi socio-culturali e generazioni, vanno ad occupare le relative cabine.
Sin dall’inizio hanno luogo una serie di inconvenienti: primo fra tutti, la nave rimane ancorata al largo del Río de la Plata, con ancora alla vista il quartiere bonaerense di Quilmes. Ma i passeggeri rimangono ancor più sconcertati quando chiedono spiegazioni ai marinai di bordo, alcuni dei quali tacciono senza comprendere il significato delle domande, mentre altri, che invece intendono la lingua degli interlocutori, si limitano a fornire laconiche e fumose risposte.
I passeggeri insistono nel voler parlare con alcuno degli ufficiali di bordo, ma questi ancora non si presentano. Altra cosa che desta sospetti è il fatto che non venga consentito l’accesso a poppa e i tentativi effettuati da alcuni passeggeri di raggiungerla vengono repressi dai marinai con fare energico e risoluto.
Dopo la sosta il viaggio riprende. Solo all’arrivo di un ufficiale i passeggeri vengono a sapere che a bordo è scoppiata una epidemia di tifo 224 e che il comandante, il capitano Smith, è tra le vittime più gravi. Una parte dei turisti non crede alla faccenda del contagio, mentre altri accettano il fatto con estrema indifferenza; la crociera prosegue e i passeggeri continuano a bere i loro drink, intenti ad organizzare una festa con recita di poesie, esercizi ginnici ed altro ancora.
Col trascorrere delle giornate di navigazione si sviluppano le conoscenze tra i passeggeri del Malcom. Cortázar tesse sapientemente i dialoghi tra i protagonisti: esemplari le conversazioni tra Raúl e Paula, come le considerazioni del piccolo e fantasioso Jorge, che conia l’appellativo di lipidi e glucidi per il personale e gli ufficiali di bordo, termini che verranno comunemente adottati dai viaggiatori del Malcolm, soprattutto dal gruppo di più intraprendenti che, alla stregua di Cassandra crossing, tenterà a più riprese di accedere alla vietatissima poppa.
E ci sono anche gli stralunati monologhi di Persio, infarciti di similitudini, immagini allegoriche, citazioni, che spezzano il ritmo degli avvenimenti.
Cortázar ci fa prendere parte ad un viaggio allegorico, che si svolge in un ambiente vacanziero di estrema distensione e rilassatezza, dove si svolgono pasti regolari e di qualità, e dove si trova un bar sempre fornito di drink e superalcolici; ma l’autore ci accompagna anche a percorrere la nave attraverso i suoi corridoi segreti e le sue porte blindate che danno accesso a luoghi carichi di mistero; il Malcolm viaggia verso una destinazione non conosciuta e, forse, non conoscibile: in Giappone, o solamente alla Terra del Fuoco? Difficile da sapere; tuttavia, i passeggeri si godono la crociera premio non prestando interesse al contesto in cui sono stati calati, loro malgrado.
I fatti degenerano, con alcuni colpi di scena che portano ad un finale per certi versi a sorpresa. Il romanzo si chiude con il commiato tra i passeggeri, una eterogenea compagnia, composta da uomini e donne, giovani e adulti, conformisti e non, attenti testimoni del proprio tempo e superficiali soggetti in balia, non solo metaforica, delle acque dell’Oceano. |
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Autore: |
rf
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Il: |
16/01/2009 |
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