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Tutto sui sigari cubani |
Dal procedimento di fabbricazione al "consumo" dei
pregiati habanos
Il procedimento di produzione dei sigari è estremamente complesso e, al tempo stesso, affascinante.
Le foglie di tabacco giungono dalla provincia di Pinar del Rìo, precisamente dalla zona denominata Vuelta Abajo che si dice garantisca gli standard qualitativi migliori al mondo, confezionate in cubi del lato di un metro e avvolte in grosse foglie di banano, in grado di conservarne la freschezza.
Le foglie di tabacco vengono lavate con acqua mediante pistole a getto nebulizzato e messe ad asciugare per un paio di giorni; successivamente viene tolta la venatura centrale, separando così le due parti della foglia che costituiranno il rivestimento esterno del sigaro, detto "capa".
La parte interna, ossia la "tripa", viene preparata utilizzando vari tipi di foglie, a seconda del tipo di aroma che si vuole attribuire al sigaro: ci sono materiali trinciati che garantiscono maggior consistenza (c.d. bolado), altri che favoriscono la combustione (seco), mentre l'aroma è prerogativa del tabacco detto "lijero".
I tre differenti tipi di tabacco trinciato vengono accorpati e ricoperti con una prima foglia che le attribuisce al prodotto la tipica forma oblunga; così formato, il sigaro viene posto in uno stampo di legno e poi pressato, in modo da mantenere una perfetta e regolare figura.
Una volta estratto dal torchio, viene messo l'ultimo e definitivo rivestimento esterno, provvedendo a tappare un lato col "pañuelo" ed infine con la "gorra", una sorta di pezza rotonda che chiude il sigaro.
Le operazioni vengono effettuate da operai specializzati i quali lavorano in ampi saloni dove è presente anche un lettore, ossia un dipendente che intrattiene la manovalanza nell'espletamento dell'attività produttiva con le più varie letture.
Segue la procedura di affumicamento, in modo che il tabacco diventi biologicamente inerte; infine viene messo il caratteristico anello col marchio di fabbrica e viene inscatolato in confezioni da 50, 25, 10 o 5, oppure singolarmente in tubi di alluminio o in astucci.
Nel linguaggio comune il sigaro viene detto "puro", uno dei tanti appellativi e soprannomi che caratterizzano il fantasioso gergo cubano.
Il materiale ideale ove conservare il sigaro è il legno di cedro, il quale è in grado di preservare la qualità del prodotto per circa un anno; la conservazione in frigorifero, benché non molto ortodossa, è tuttavia sufficientemente efficace per alcuni mesi.
Vi sono sigari di tutte le forme e dimensioni, addirittura anche conici, detti "piramide"; l'unità di misura è il calibro (si tenga presente che un calibro 52 è un sigaro molto grosso).
Le marche sono praticamente infinite, ma le più apprezzate sono 4 o 5, fra cui le rinomate Romeo y Julieta, Montecristo, Hoyo de Monterey, Cohiba. |
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Autore: |
rf2000
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Copyright: |
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Il: |
13/07/2004 |
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