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La Cordigliera di Huayhuash |
Un trekking d'alta quota sulle ande peruviane
Quando si parla di Ande peruviane spesso si ricorda la sola Cordigliera Bianca.
Non tutti sanno, infatti, che accanto a tale splendida catena si trova l'altrettanto meravigliosa Cordigliera di Huayhuash, formata da meravigliosi ghiacciai (Yerupaja’, Rondoy, Jirishanka) e da altrettanto mirabili lagune (Jahuacocha, Mitucocha, Carhuacocha, Siula’).
Consiglio caldamente una deviazione in questo remoto e splendido ambiente di alta montagna dal nome cosi' curioso (Huayhuash, in lingua quechua significa scoiattolo, in quanto la conformazione di questa catena montuosa ricorda il piccolo roditore), ubicato circa cinquanta chilometri a sud est della piu' famosa Cordigliera Bianca.
Principale porta di accesso alla Cordigliera di Huayhuash e' la cittadina di Chiquiàn, raggiungibile da Lima con gli autobus di Cavassa che
partono dalla terminal di calle Ayacucho n.942.
Il viaggio richiede non meno di dieci ore (la meta' se si viaggia con mezzo proprio). Si lascia la capitale in direzione nord e, dopo aver attraversato molte baraccopoli, alcune abbarbicate alle calve montagne, e mille mercati popolari, si giunge a Puente Piedra.
Poco oltre compaiono le prime coltivazioni di platano, interrotte all'improvviso dalla spianata desertica invasa di immondizia.
Piu' avanti si giunge al bivio per Santa Rosa e si prosegue dritto sino ad Ancòn, sulla costa dell'oceano Pacifico.
Il paesaggio si fa inusuale: si attraversano le dune di Pasamayo, dei grossi cumuli di terra marrone, a ridosso dell'oceano, scolpiti dall'acqua che drena a valle.
La panamericana e' essa stessa aggrappata a queste imponenti montagne di terra, a qualche centinaio di metri dal livello del mare. Poco piu'
avanti la strada scende a livello della spiaggia, dove si intravede qualche curiosa abitazione che assomiglia ai nostri trulli.
Si attraversa Chancay (nelle cui vicinanze si puo’ visitare la riserva naturale Lomas de Lachay), poi Huaura e Barranca; giunti al bivio di Paramonga, si prende a sinistra per l'interno del Paese, al confine tra le regioni di Lima, Ancash e Huanuco, seguendo le indicazioni Chasquitambo, Conococha e Huaraz. La strada comincia subito a salire, per giungere in circa tre ore al bivio di Conococha (4.050 m.s.l.m.), dove si lascia la strada asfaltata per prendere una carrozzabile in buono stato che scende dolcemente sino a Chiquiàn.
Chiquiàn e' una citta' tipica della sierra, ubicata a 3.400 m.s.l.m., che gode della privilegiata vicinanza della Cordigliera di Huayhuash.
La cittadina, a struttura reticolare, ruota intorno all'asse Jiròn Comercio, che va dalla piazza Bolognesi (bella terrazza per ammirare le montagne circostanti) al distributore di benzina (“el grifo”) nei pressi dell'arco che segnala la salita per Huaraz, passando per il centro, costituito dalla piazza de Armas, dove sono ubicate la chiesa, il municipio e l'edificio della fiscalidad.
La gente del posto e' mite ed estremamente socievole; passeggiare per strada significa incrociare lo sguardo e scambiare il saluto con ciascuno dei suoi abitanti.
La cordigliera dista, nel punto piu' vicino, 24 chilometri, percorribili in massima parte a piedi o a cavallo. Le principali escursioni durano da cinque giorni a due settimane.
Segnalo solamente che si cammina prevalentemente sopra i 4.300 m.s.l.m. con punte di 4.700 - 4.800 e pertanto e' necessario un adeguato periodo di acclimatazione in quota.
Consiglio questo programma:
- primo giorno: assoluto riposo senza sforzi (la sola notte in altura facilita l'acclimatazione);
- secondo giorno: prima passeggiata (per esempio lungo la carrozzabile per Huaraz da percorrere per qualche chilometro in salita);
- terzo giorno: salita alla cascata sopra Chiquiàn; e' una passeggiata abbastanza impegnativa, per verificare le proprie condizioni fisiche e atletiche a 4.000 m.s.l.m.
Il periodo ideale per tali camminate e’ la stagione secca, che va da maggio ad agosto, corrispondente all’inverno locale.
In citta' e’possibile fare la conoscenza con alcuni buoni conoscitori dei sentieri che portano alla Cordigliera e magari trovare qualcuno disposto a fare da guida, con asini da soma e cavalli di emergenza.
Nelle righe che seguono e' descritta l'escursione di cinque giorni alla laguna di Jahuacocha.
I. Dall'uscita da Chiquiàn si comincia a scendere sino a costeggiare il rio Ainìn; tale camminata di circa due ore puo' essere evitata se si affitta una automobile, risparmiando energie e un'ora e mezza circa.
Nel punto in cui termina la strada carrozzabile, la vallata si stringe; poco piu' avanti si giunge alla confluenza con il rio Quero, dove e’ possibile fare una sosta su un bel prato ed abbeverarsi al fiume.
Poi si sale ancora, seguendo il versante orografico sinistro del fiume. La vegetazione e' molto varia: ci sono agave gigantesche (qui le chiamano "penca") e floridi cactus ("San Pedro").
L'ingresso nell'arido Callejòn de Carhuac e' la prima prova di adattamento all'altura: e' utile bere molto e procedere ad andatura costante.
Poco oltre si raggiunge il bivio per Pacllòn; qui si prosegue a sinistra, prendendo il sentiero in salita che entra nella verde valle dell'impetuoso rio Llamac.
La salita prosegue dolcemente e per fortuna non mancano i punti per prendere acqua; l'apparizione delle prime coltivazioni a terrazza di mais (detto "choclo") della comunita' di Llamac sono il segnale che la cittadina non e' lontana.
Poi si passa sul versante opposto attraversando un ponte costruito con sterpaglie; in questo punto vi e’ una sorgente di acqua pulita, mentre sopra di noi, non visibili, ci sono le rovine preincaiche di Huarancallo (per raggiungere tale insediamento occorre prendere un sentiero che parte da Llamac)
Si ricomincia a salire dolcemente, sino ad arrivare a Llamac, piccolo paese dedito all'agricoltura e all'allevamento, posto a 3.300 m.s.l.m.
II. La mattina del secondo giorno si lascia Llamac prendendo la dura salita di Hamanapata; si consiglia di intraprendere tale cammino al mattino presto, quando il sole e' ancora basso.
La salita termina a punta Ricresh, situata a 3.700 m.s.l.m., dove la strada spiana ed e’ percepibile il passaggio in una zona climatica piu’ fresca (qui la temperatura diventa accettabile).
L'ultima parte del sentiero e' mal tenuto in quanto attraversato da rivoli d'acqua; vi e' un sistema di canalizzazioni che consentono l'irrigazione dei campi circostanti e l'approvvigionamento idrico di Llamac, che evidentemente ha qualche perdita.
Dal pianoro si costeggiano delle rovine preincaiche e poi si torna a salire. Siamo su una ampia prateria composta di ichu (paglia pungente utilizzata dalle comunita’ locali per fare sombreros), e disseminata da tantissime pietre, in cui sono presenti anche alcune piccole zone di pantano.
Arriviamo a 4.600 m.s.l.m. e si comincia a sentire l’aria pungente nelle narici; qui la salita e' piu' dolce, ma continua, sino ad arrivare ai 4.700 m.s.l.m. del passo di Pampa Llamac, contrassegnato da una pietra miliare. Da qui comincia la splendida visione del massiccio del Jirishanka.
Il cammino prosegue in piano sulla sinistra, seguendo dall’alto il corso del rio Achìn; la vegetazione e' in massima parte composta da alberi di Queñual, dalla contorta conformazione che li rende rassomiglianti agli olivi, ma adornati da piccole bacche rosse; il legno e' compatto e giallognolo e la corteccia si sfoglia come le cipolle.
Poco piu’ avanti si entra in un bel bosco e nei pressi di uno spiazzo ombreggiato c’e’ una sorgente d'acqua: e’ il posto ideale per l’ultima sosta della giornata.
Da qui in poi il cammino scende dolcemente, sino a raggiungere il livello del fiume, entrando cosi' nella quebrada di Jahuacocha. La parte iniziale della spianata e’ costituita da una ampia prateria dove pascolano cavalli, e alcune casette, abitate nella stagione secca dalla gente di Llamac; il fiume procede diviso in tanti rigagnoli, alcuni dei quali canalizzati per l’irrigazione, mentre sullo sfondo appare sempre piu’ imponente il ghiacciaio del Jirishanka.
Si cammina nella vallata per circa un chilometro e sulla destra appare la cascata del rio Huacrish, con a lato l’erto sentiero che porta ai ghiacciai Huacrish e Sacra, mentre in fondo si vede la croce posta in memoria delle vittime di un incidente aereo della TAM occorso negli anni '70.
Poco piu’ avanti si arriva alla laguna di Jahuacocha, popolata da mille animali, fra cui molte papere bianche dette “huachos”.
La veduta della cordigliera dalla laguna e' splendida: all'estrema sinistra il Rondoy con la bella parete bianca; muovendo lo sguardo verso destra, l'imponente Jirishanka dal cui ghiacciaio si staccano in continuazione pezzi di ghiaccio, provocando fragorose valanghe; all'estrema destra, gli Yerupaja' piccolo e grande.
III. La laguna di Jahuacocha e' situata a 4.300 m.s.l.m. e ha un perimetro di circa 4700 metri. Costeggiando il versante orografico destro per circa un chilometro, (anche la riva sinistra e' percorribile) si arriva al pianoro di Cochacutàn, luogo eletto dagli alpinisti quale campo base per le ascensioni al Yerupaja' e a tutti i ghiacciai sovrastanti.
Prendendo a destra, il sentiero sale duramente, costeggiando la cascata del rio Rasac. La particolarita’ di tale salita e’ che sino a meta’ del duro cammino la terra e' rossa, per diventare marrone solo nella parte finale, dove la pendenza si fa meno aspra; finalmente termina l’erta e si costeggia il rio Rasac, sino a raggiungere la piccola laguna omonima (posta a 4.550 m.s.l.m.). Da qui si vedono le cime del Rasac, del Sacra e, arrampicandosi un po' sul lato orografico sinistro, i bellissimi Jerupaja'.
Scendendo nuovamente a Cochacutàn si prende a destra, per ricominciare a salire fra sterpi e pietre, sino a giungere alla laguna Solteracocha, formata da un bacino di detriti contenenti l'acqua che scende dal ghiacciaio del Jirishanka.
Tale ampio catino, formato dalla pressione del ghiacciaio che ha trascinato a valle i detriti, ha alla base una stretta spaccatura da cui ha origine il rio Achìn, che poco piu' avanti va a formare la laguna di Jahuacocha.
Racconta la leggenda che al viandante solitario che si affacci al bordo della laguna di Solteracocha (che puo’ essere tradotto come “lago solitario”) appaia, fuoriuscendo dale gelide acque color turchese, una sirena incantata.
IV. Il giorno successivo comincia la camminata di ritorno a Chiquiàn, con pernottamento a Pacllòn. Si attraversa a ritroso la valle di Jahuacocha per prendere il sentiero che scende a livello del rio Achìn; si giunge a guadarlo su un ponte di sterpi e si attraversano due torrenti e vari fiumiciattoli che scendono dal versante orografico sinistro.
In prossimita' di una ansa versa destra, si prende un sentiero in salita che porta a dei verdi pascoli; sul versante opposto si intuisce il cammino dell'andata in prossimita' di Pampa Llamac.
Si torna poi a scendere a livello del fiume per poi lasciarlo definitivamente ed entrare nella stretta valle che da' accesso a Pacllòn, posto a 3.200 m.s.l.m.
Tale piccolo borgo agricolo di stampo coloniale ruota attorno alla bella piazza centrale abbellita nel centro da una semplice fontana.
Vi e' una piccola chiesa di epoca spagnola, che porta i segni del devastante terremoto del 1970 (ora e’ supportata da due grosse travi) e al lato opposto a questa il municipio.
Alla sinistra dell’edificio comunale vi e’ un bel campanile e sull'altro lato una casetta con un bellissimo balcone in legno.
V. Passando dietro al municipio di Pacllòn si intraprende il sentiero che scende gradualmente al rio Sacra sino a giungere a livello dell’acqua e attraversarlo su un rudimentale ponte formato da due grossi pali.
Si torna nuovamente a salire per entrare in una verde spianata, formata da una vegetazione di bassi arbusti, da cui e’ possibile ammirare il nevado Burro della vicina Cordigliera di Huallanca.
Si scende nuovamente sul fiume Sacra e lo si guada su un ponte di legno e pietre, per giungere al bivio di Llamac, gia’ raggiunto in senso contrario nel primo giorno di cammino.
Si entra cosi’ nella arida spianata che conduce al fiume Ainìn e, scendendo gradualmente fino a lambirne il versante orografico sinistro, si giunge a Quisipata (detto Puerto Rico), sede di uno spartano punto di ristoro.
Qui si passa sul lato opposto del fiume, dove comincia la lunga salita, in gran parte esposta al sole, che conduce a Chiquiàn. |
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Autore: |
rf2000
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Il: |
05/04/2004 |
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