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Il Salar de Uyuni |
I laghi salati, le lagune cangianti e mille altri
spettacoli della natura in un viaggio sugli altipiani
boliviani
Lo splendido altipiano boliviano offre, nella regione di Uyuni, paesaggi dagli intensi colori, i quali meritano un tour di qualche giorno.
Uyuni e' raggiungibile in autobus dalle principali citta' del paese.
Il viaggio, percorre strade in prevalenza sterrate e guadando rivoli dalle acque rossastre, attraversa vallate maestose, arricchite dalla presenza di cactus dalle forme e dimensioni affascinanti; attraversando i molti paesi di minatori, fra cui Pulacayo, si possono rivivere le gesta di Butch Cassidy e Sundance Kid.
Uyuni e' una citta' di confine, formata da un reticolo ordinato di vie, popolate da semplici case a uno o due piani.
In citta' sono molte le agenzie che propongono giri guidati di qualche giorno a prezzi convenienti ai salares e alle lagune al confine col Cile, ma occorre valutare attentamente la qualita' del servizio offerto, in quanto la visita alle sconfinate distese altipianiche non e', come sembrerebbe, una semplice scampagnata.
L'attrattiva principale della zona e' il Salar de Uyuni, un lago salato di circa 9000 mq., in gran parte asciutto; si presenta come una immensa distesa bianca, accecante, tanto da sembrare un grande e piano ghiacciaio.
Verso il centro del Salar vi e' la Isola del Pescado, cosi' chiamata perche' cio' che semplicisticamente viene definito un miraggio, la fa apparire all'orizzonte con la sagoma di un pesce. In realta' essa non e' neppure un'isola, bensi' una collina costellata di cactus giganti che si staglia fra la biancura generale.
In effetti il fenomeno dei miraggi e' qualche cosa che prima o poi ti coinvolge: e' infatti frequente convincersi che le montagne che si intravedono all'orizzonte siano realta', mentre non e' cosi'...
Il Salar e' fonte di sostentamento per molti individui occupati nella produzione del sale. La materia viene estratta, caricata su grossi camion e portata in alcuni rudimentali forni per la essiccazione e raffinazione; altro sorprendente utilizzo del sale e' quello edilizio: la materia viene spaccata in blocchi regolari per essere utilizzata per la fabbricazione di edifici nel mezzo del Salar stesso; in particolare vi e' un rinomato complesso alberghiero che e' qualcosa di esemplare.
La notte ho alloggiato in un edificio spartano nello sperduto paese di San Juan, popolato da lama e guanachi, ove ha sede una bella chiesa in pietra grezza; interessante anche una visita al semplice cimitero, appena fuori il centro abitato, che custodisce una piccola e bella cappella di pietra.
Nella zona è possibile visitare anche le lagune Hedionda, Cañapa e Ramaditas; queste al mattino appaiono bianche, poi col passare delle ore assumono una colorazione verde intenso.
Proseguendo, si giunge alle sculture naturali dette gli Alberi di Pietra: l'effetto erosivo del vento ha fatto si' che la pietra assumesse conformazioni spettacolari. Alcune rocce si sfogliano come se fossero di cartone.
La tappa successiva conduce alla Riserva Nazionale di Fauna Andina Fernando Avaroa, che da' accesso alla Laguna Colorada.
Questa laguna, popolata da fenicotteri rosa, ha la caratteristica di diventare rossastra verso sera. Una passeggiata sulle sponde del lago comporta incontri ravvicinati con moltissimi lama e guanachi che pascolano placidamente. Tenere pronta la macchina fotografica, lo spettacolo e' semplicemente unico.
Per andare a vedere i geysers denominati Sol de Mañana, occorre svegliarsi molto presto al mattino. Tale levataccia si rende necessaria in quanto gli sbuffi di vapore sulfureo sono perfettamente visibili solamente nelle primissime ore del mattino. Molto forte l'odore di uova marce, ma nel complesso e' uno spettacolo unico nel suo genere.
Il paesaggio circostante e' talmente bello che lo stesso Salvador Dali', passando da queste parti, ne trasse ispirazione.
La conclusione del giro porta alle lagune Bianca e Verde, nelle cui acque si specchiano montagne maestose; qui e' possibile fare il bagno nelle tiepide acque termali ai piedi del vulcano Licancàbur, ormai in prossimita' del confine cileno e non molto distanti da quello argentino. |
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Autore: |
rf2000
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Copyright: |
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Il: |
10/03/2004 |
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