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Le rovine di Chavěn de Huántar

Visitiamo uno fra i siti archeologici piu' importanti del Perů

Tale insediamento e' ubicato nella valle de los Conchucos, ossia sul versante nord est della Cordigliera Bianca, ad una altezza di 3.177 m.s.l.m.
Le rovine di Chavěn rappresentano la piu' antica cultura fiorita in terra peruviana di cui si abbia notizia, dal momento che essa risale al 1300 a.C., ossia due millenni prima della cultura inca (alcuni studi retrodatano addirittura al 1800 a.C.).
Si stima che tale cultura abbia esteso la sua influenza dalle terre dell'attuale Ecuador meridionale sino al sud del Peru'.
Per chi, trovandosi sulla Cordigliera Bianca, intende raggiungere tali rovine, deve recarsi a Catac e oltrepassare il ponte sul rio Yanayacu (che in quechua significa acqua nera): qui la strada comincia a salire gradualmente; l'altezza consente di godere di belle vedute del ghiacciaio Pongo e del Cashán; inoltre e' possibile ammirare anche la cordigliera Negra, catena antistante la Bianca, formata da vette che, pur raggiungendo i 5.000 metri, a causa della differente conformazione naturale, non consentono il sedimentarsi della neve e quindi il formarsi dei ghiacciai perenni.
Si sale sino a sfiorare i 4.000 metri della laguna Querococha, dove si specchia il Pucarahu (in quechua: roccia rossa) e, del piu' lontano Yanamarey, per poi salire ancora, su strada dissestata, sino ai 4.450 metri del passo di Kawish, dove si oltrepassa uno stretto e buio tunnel.
All'uscita della tetra galleria da' sollievo vedere la imponente statua del Cristo a braccia aperte che accoglie nella verde valle de los Conchucos.
La strada sterrata scende sinuosamente a valle, attraversando alcune belle cascate e i primi insediamenti abitati, fra cui Tambillos e Machac; si giunge poi a costeggiare il rio Mosna, affluente del Marańon e, oramai al termine della discesa, si arriva a Chavěn.
La cittadella, inserita in un'area di 13 ettari, ha la struttura di un centro cerimoniale, ma con la presenza di solide mura, forse difensive, nelle quali sono infisse delle sculture in pietra raffiguranti teste umane dalle sembianze feline; di tali sculture solo una rimane nella posizione originaria mentre alcune altre sono esposte nell'annesso museo, visitabile con lo stesso biglietto di accesso alle rovine.
L'edificio piu' importante e' costituito dal Castello, costruito su tre piani in differenti epoche, che impressiona per l'imponenza e la perfezione degli incastri fra le pietre che lo compongono.
Ai piedi di questo si trova la elegante scalinata "Blanco y Negro" cosě detta perche' formata da pietre dei due colori poste in alternanza.
Tale scalinata consente di accedere all'ampia Piazza Quadrata, al cui centro era forse in origine posizionato l'Obelisco Tello, raffigurante la divinita' Wiracocha, ora esposto al Museo Nazionale di Archeologia della capitale.
Altra grande opera di ingegneria e' rappresentata dalle 14 gallerie sottostanti al tempio; una visita consente di verificare la raffinata tecnica di aerazione formata da stretti e lunghi condotti.
La leggenda narra che nei punti piu' isolati di tali gallerie i sacerdoti dediti al culto del dio sole si isolassero per assumere sostanze allucinogene ed avvicinarsi cosi' al trascendente.
Alla confluenza di due stretti corridoi vi č un antro al centro del quale č posto il celebre "Lanzon", una stele di granito bianco alta oltre 5 metri e mezzo, raffigurante una divinita'.
Ben poco si sa di tale epoca; probabilmente l'insediamento aveva una mera funzione religiosa, in quanto nelle vicinanze non e' stato ritrovato alcun rilevante resto residenziale.
I ritrovamenti attestano la dedizione della gente di Chavěn alla produzione di raffinati tessuti e vasellame; inoltre particolare pregio hanno svariati manufatti ottenuti dalla scultura della pietra e dalla forgiatura dei metalli.
Le divinita' principalmente raffigurate hanno sembianze feline, rappresentate in veste terrorizzante, ma sono state ritrovate anche raffigurazioni di serpenti e condor.
Gli studiosi concordano che tale cultura non assunse carattere espansivo ma, nonostante ciň, in virtu' della pregevole ed evoluta arte manufatturiera che li caratterizzo', seppe sopravvivere per lungo tempo e diventare, persino, una vera e propria "moda" per i popoli con i quali le genti di Chavin de Huantar entrarono in contatto.

Autore: rf2000
Copyright: La presente opera d'ingegno č riproducibile, parzialmente o totalmente, da ciascun utente, previa autorizzazione scritta dell`autore.
Il: 19/03/2004
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