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Oaxaca - Italia: preoccupante la partecipazione del nostro paese come invitato speciale a Oaxaca

Il governatore di Oaxaca Ruiz, responsabile di un apparato repressivo che ha sistematicamente violato i diritti umani della popolazione nella regione negli ultimi anni, ha convocato l’Italia come paese ospite per il Festival “Humanitas"

Passato ormai un anno dallo scoppio del drammatico conflitto sociale che ha portato alla morte accertata di oltre 20 militanti del sindacato nazionale degli insegnanti di Oaxaca e della APPO (Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca), il governatore Ulises Ruiz, responsabile di un apparato repressivo che ha sistematicamente violato i diritti umani della popolazione nella regione negli ultimi anni, ha convocato l’Italia come paese ospite per il Festival di primavera “Humanitas”, alla sua terza edizione, che si terrà dal 4 al 13 maggio.
Sebbene il nostro paese non abbia preso ufficialmente posizione rispetto alle violazioni in atto a Oaxaca e al conflitto che ha sconvolto questa meravigliosa città per dodici mesi, la partecipazione di artisti italiani ad una manifestazione governativa può rappresentare, a mio giudizio, un indubbio motivo di preoccupazione per la comunità italiana in Messico e non mette certamente in buona luce l’immagine dell’Italia né di fronte agli altri paesi europei né di fronte allo stesso popolo di Oaxaca e del Messico intero.
Mentre la APPO esige la liberazione dei detenuti politici, ancora in carcere per lo più con accuse fabbricate ad hoc dopo gli scontri del 25 novembre scorso tra i manifestanti e la Polizia Federale Preventiva, il Governo locale promuove con un certo cinismo il ritorno del turismo nel mondo delle favole che si pretende creare a Oaxaca e stimola gli investimenti nel quadro del controverso Piano Puebla Panamà (http://www.planpuebla-panama.org), resuscitato dal Presidente messicano Felipe Calderòn e dai suoi omologhi centroamericani proprio il mese scorso. Intanto le autorità locali sembrano voler dimenticare che i terribili abusi commessi non sono stati né investigati né castigati in tutti questi mesi, l’impunità regna sovrana e nessun serio cambiamento istituzionale è stato intrapreso in favore dell’inclusione sociale.
Una quarantina di studenti della Universidad Autonoma Benito Juarez de Oaxaca, simpatizzanti della APPO, hanno rioccupato pacificamente per un giorno Radio Universidad, ridando voce al segnale di protesta e speranza che in tante occasioni s’era fatto sentire nei momenti più tesi della storia del movimento.
In occasione delle celebrazioni del Primo maggio tutte le strade hanno portato al zocalo, la splendida piazza centrale della città. Studenti, lavoratori in generale, impiegati federali, professori e integranti della APPO sono arrivati a migliaia nella Plaza de la Constitucion per celebrare un’importante festa civica, formulare le proprie domande e rivendicare la democratizzazione dello Stato.
Nonostante l’impresentabilità internazionale del Governo di Oaxaca, alla luce delle pesanti raccomandazioni ricevute dalla Commissione Civile Internazionale per l’Osservazione dei Diritti Umani (http://cciodh.pangea.org/index/index.shtml), dalla Commissione Nazionale e dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani, numerosi artisti italiani, forse ignari della situazione politica locale, hanno accettato di partecipare a un’iniziativa che avrebbe il fine di “far sí che la cultura della Regione di Oaxaca sia lo strumento che rinforzi le condizioni di vita dei suoi cittadini nei sensi più diversi: nella identitá, nel convivere, nello sviluppo economico, nello sviluppo sociale e quindi provocare che Oaxaca mostri alla Repubblica Messicana e non solo, ma anche al mondo, la sua diversità culturale manifestata con delle attività continue che promuovano la convivenza, con la finalità di rilanciare la crescita economica” (http://www.humanitas.gob.mx/italiano/quienes.html). Buone intenzioni per una volontà politica dimostratasi, nei fatti, inesistente.
Le iniziative del governante Ulises Ruiz cercano di esorcizzare lo spettro del suo isolamento politico e istituzionale dopo che, tanto il suo partito, il PRI (Partido Revolucionario Institucional), come il più conservatore PAN (Partido Accion Nacional), hanno in più occasioni preso le dovute distanze a causa del suo ingiustificabile operato.
Gli artisti nostrani che hanno aderito all’evento sono tra gli altri: la cantante Filippa Giordano, la compagnia teatrale Teatro Tascabile di Bergamo, la banda popolare Fiati Sprecati di Firenze, la fotografa Roberta Vassallo. L'ambasciata italiana sembra negare di aver dato appoggi ufficiali e partecipato direttamente all’organizzazione dell’evento ma non si può escludere che si siano facilitati aspetti logistici affinché i singoli artisti potessero partecipare o essere contattati. Dopo tutto la pagina e la propaganda legata all’evento parlano chiaramente dell’Italia come paese invitato e non di singoli artisti o personalità rilevanti. Ad ogni modo l’associazione del nome Italia e dell’immagine internazionale della nostra cultura con l’attività di un Governo palesemente antidemocratico e repressore sarà il risultato inevitabile di questa scelta che, mi auguro, potrà essere rettificata dall’espressione della dovuta distanza da parte delle autorità o, almeno, dalle comunità italiane presenti in Messico.
Di Fabrizio Lorusso dal Messico

Autore: Fabrizio Lorusso
Il: 07/05/2007
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