|
La costa settentrionale del Perù |
Le mille attrattive archeologiche di una terra ricca di
storia
La costa settentrionale del Peru’
custodisce alcuni fra i piu’ importanti resti archeologici dell’intero sud
America.
La principale porta di accesso al
nord del Paese e’ costituita dalla panamericana che proviene dalla capitale Lima. Ma
chi ha visitato la cordigliera puo’ giungere sulla costa attraverso differenti
vie di comunicazione: da Huaraz si prende la strada per Casma, passando per la
punta Callan, da dove e’ possibile vedere gran parte della cordigliera Bianca;
altrimenti da Caraz si puo’ attraversare lo spettacolare Cañon del Pato, una
stretta gola scavata nel corso dei secoli dal rio Santa e, percorrendo una
lunga strada sterrata, giungere a Chimbote.
Lasciata Caraz da circa 30 minuti,
si entra nella suggestiva gola, formata dalla convergenza della cordigliera
Bianca con la Negra.
E’ spettacolare il contrasto tra
la profonda cavita’ sfiorata dall’autobus in ogni momento, e le imponenti
pareti rocciose che salgono al cielo sin oltre i 4.000 metri.
Si passano una trentina di
gallerie e poi si scende al centro residenziale dei dipendenti della centrale
idroelettrica gestita dalla Duke Energy International, Egenor S.A.
Poco piu' avanti, al termine
della gola, c'e' Huallanca, e si passa sul versante destro del rio Santa. Qui
l’ambiente si fa brullo e sembra di essere nel far west. Si attraversano alcuni
borghi montani e poi, intorno al km.100, la valle torna a stringersi per
formare un nuovo mirabile canyon.
Piu’ avanti la valle si apre
nuovamente e si entra in una ampia spianata dove il fiume Santa si disperde fra
le coltivazioni di banane, mais, canna da zucchero e frumento.
Siamo oramai sulla costa e la
strada e’ asfaltata. Si giunge a Chimbote, definita la citta' della pesca e
dell'acciaio; c’e’ odore di pesce putrido da tutte le parti.
Dalla terminal partono gli
autobus per il nord del Paese. Per arrivare a Trujillo ci vogliono circa due
ore, attraversando una ampia zona desertica.
Trujillo e’ la terza citta’ del
Peru’, dopo Lima e Arequipa. E’ detta la citta’ dell’eterna primavera, per il
clima mite che l’accompagna tutto l’anno.
Fu fondata nel 1534 da Diego de
Al magro e ancora oggi, nonostante il forte sviluppo, conserva una certa
atmosfera coloniale.
Da visitare l’ampia plaza Mayor,
con l’imponente cattedrale e gli edifici coloniali casa Bracamonte e casa Urquiaga,
nonchè il museo di archeologia e il museo Cassinelli, che conservano alcuni dei
resti ritrovati nelle molte interessanti aree archeologiche della zona.
Infatti nei dintorni di Trujillo
fiorirono alcune civilta’ preincaiche, fra cui:
- la cultura Moche, risalente al
200 a.C.-600 d.C., ha influenzato un’area compresa fra le valli del rio
omonimo, sino alla valle de Chicama, a nord di Trujillo.
I mochica ridussero l’estensione
desertica tipica della costa grazie ad imponenti opere di canalizzazione dei
fiumi e torrenti che scendono dalle ande.
Nel campo architettonico la
cultura mochica ha lasciato alcune piramidi a terrazza in mattoni d’argilla
seccati al sole (adobes), fra cui la Huaca del Sol, di grandi dimensioni,
paragonabili alle piramidi azteche in terra messicana che la leggenda vuole sia
stata costruita in tre giorni, e la Huaca de la Luna, al cui interno si possono
apprezzare le pareti intonacate in rilievo policromo (principalmente giallo su
nero e bianco su rosso), raffiguranti la divinita’ definita “il Tagliatore di
teste”, decorata con figure geometriche e arabeschi.
Tale insediamento, racchiuso in
un’area di 120 ettari ai piedi del cerro Blanco divenne, intorno al 400-600 d.C.,
il centro principale della zona, prima di essere invasa dai Wari, impero che
forse influenzo’ la stessa cultura incas.
I bellissimi manufatti in
ceramica (vasellame a staffa, bottiglie, ciotole) e i monili in oro, argento e
rame attestano che i Moche furono un popolo di guerrieri, retta da una casta
religioso- militare, al cui vertice stavano i sacerdoti-guerrieri.
Sono individuabili almeno sei
distinti periodi di sviluppo, corrispondenti probabilmente al passaggio da una
casta dirigente ad un’altra, in cui i nuovi governanti disponevano la copertura
degli edifici esistenti per costruirne al di sopra di nuovi e piu’ imponenti.
Fra le due piramidi, distanti fra
loro all’incirca mezzo chilometro, giaceva la citta’, oggi interamente
ricoperta dalla sabbia.
Da Trujillo e’ possibile prendere
un taxi collettivo per le huacas; in circa mezz’ora si arriva alla strada
sterrata che porta all’imponente Huaca del Sol e poi alla Huaca de la Luna, ove
ha sede il parcheggio, la biglietteria, il bar e il negozio di souvenir.
Ma la cultura mochica e’
rappresentata anche dai resti di Sipan, di cui si dira’ in seguito.
- la cultura Chimu’, compresa tra
la fine sec. IX e il 1470 d.C.
Tale regno si estese sulla costa
per quasi mille km., da Lima sino alla costa meridionale dell’Ecuador,
giungendo a lambire a est le pendici delle ande.
Fu un popolo di pescatori e
agricoltori, che giunsero a dominare l’arte della forgiatura del metallo (oro,
argento e rame, anche combinati in lega) e dell’architettura idrica (costruirono
opere di canalizzazione i per l’irrigazione dei campi estremamente sofisticate),
ma anche di valenti guerrieri.
La sua capitale fu Chan Chan,
costruita intorno al 1300 d.C.; tale centro raggiunse la ragguardevole
estensione di 23 kmq., prima di essere occupata dall’esercito incaico guidato
da Tupac Yupanqui (1470-1490 d.C.)
L’insediamento, dichiarato nel
1986 Patrimonio dell’Umanita’ dall’UNESCO, era formato da nove quartieri,
ciascuno racchiuso fra mura imponenti di adobe, separati da giardini e canali:
Gran Chimu’ (l’unico ad est della strada per Huanchaco), Squier, Velarde,
Laberinto, Bandelier, Uhle, Rivero, Chayhuac e Tschudi, il piu’ famoso e
visitato in quanto meglio conservato.
All’interno di ogni area vi sono
edifici, piazze, templi, recinti funerari, corridoi, patios, abitazioni,
cisterne e cimiteri e vi risiedevano il governatore, i sacerdoti, i funzionari,
gli scienziati, gli artigiani, i pittori, gli architetti e gli operai.
Fuori dall’area sono presenti
altre belle piramidi quali la huaca Algodon, El Mirador, Langostas, del Higo,
Arco Iris, La Esmeralda, Taycanamo. Per raggiungere l’area
archeologica, ubicata circa 5 km a ovest di Trujillo, occorre prendere un taxi
collettivo con direzione di Huanchaco (aeroporto).
Il complesso di Tschudi, che
porta il nome dell’archeologo svizzero che l’ha portato alla luce, misura 444
metri di lunghezza per 303 di larghezza. E’ cinto all’interno di una
spessa muraglia alta 10-12 metri e larga alla base sino a 4-5. L’area, costruita presumibilmente
nell’ultimo periodo di sviluppo della civilta’ Chimu’, e’ suddivisa in tre
settori:
• la zona cerimoniale: formata
dalla maestosa piazza cerimoniale maggiore, le cui mura sono decorate da una
serie di righe, che rappresentano le onde del mare e nella parte bassa alcuni
animali, forse nutrie, disposte in fila; alle quattro vie di accesso della
piazza, al motivo delle nutrie, si aggiungono alcuni uccelli, presumibilmente
pellicani. Da una di queste porte si entra nel corridoio degli Uccelli e dei
Pesci, dove nella parte alta troviamo un fregio a forma di onda che racchiude
dei pesci e nella parte bassa una decorazione lineare costituita da uccelli in
fila, il tutto sul motivo delle onde che richiamano la piazza principale; poi
si entra nel Templete, formato da un sistema labirintico di edifici con patio,
delimitati da bassi recinti formati da piccoli rombi, che richiamano l’idea
delle reti per pescare; forse l’area era destinata a magazzino delle eccedenze
dei beni di consumo destinati alla collettivita’.
• la zona residenziale: formata
dalla piazza cerimoniale minore, destinata alle cerimonie della casta
dirigente, che da’ accesso, attraverso una grande rampa, alle abitazioni dei
funzionari dello Stato; poco distante il Huachaque, ossia la fossa scavata con
la funzione di deposito dell’acqua per la comunita’ e altri depositi minori.
• la zona funeraria: qui ha sede
la piattaforma funeraria, composta dalla Tomba Reale e da una quarantina di
tombe, appartenenti alla casta dirigente.
Tornando sulla strada asfaltata c'e'
il museo di Chan Chan, visitabile con lo stesso biglietto di entrata al complesso
(10 Soles); proseguendo verso la baia di Huanchaco e’ possibile assistere alla
pesca sui “caballitos de totora”, imbarcazioni di giunco non molto dissimili
da quelle che navigano sul lago Titicaca. Nel centro abitato, da vedere la
bella chiesa coloniale della Vergine dell’Aiuto.
Risalendo lungo la costa si
lambisce la valle di Chicama; qui, a circa 60 km. da Trujillo, e’ possibile
visitare la zona archeologica “El Brujo”, composta da edifici in pietra e da una
serie di murales con figure policrome in altorilievo risalenti alla cultura di
Salinar (3500-2300 a.C.)
Proseguendo si entra nel
simpatico abitato di San Pedro de Lloc, adornato da una serie di archi color
mattone e poi si arriva al piccolo porto di Pacasmayo (108 km. a nord di
Trujillo); qui prendendo la strada che porta sul litorale, si arriva alle
rovine di Pacatnamu’, costituite da un imponente complesso di piramidi.
Altro centro per gli appassionati
di archeologia e’ rappresentato da Chiclayo, ubicato circa 200 km. a nord di
Trujillo, nel cui comprensorio si possono visitare i resti del Signore di
Sipan, appartenenti alla cultura moche.
Chiclayo, capitale del
dipartimento di Lambayeque, e’ definita anche come la capitale dell’amicizia;
la cittadina e’ di medie dimensioni, ma i recenti ritrovamenti di Sipan hanno
contribuito al suo sviluppo.
Ha un'ampia piazza centrale, con grande
cattedrale e molti negozi. La via principale e' Balta, che attraversa la piazza
centrale e arriva sino al mercato popolare, animata da ambo i lati da negozi e
botteghe di ogni tipo.
Per recarsi alle rovine di Sipan,
occorre prendere un bus collettivo per il paese di Sipan, nella valle di
Lambayeque (i mezzi passano per QuiNones, pochi isolati a est dal centro
cittadino).
Giunti nel paesino di Sipan, un
piccolo centro agricolo, si continuera’ lungo la strada sterrata per circa
mezzo chilometro, sino a giungere nei pressi di alcuni cumuli di terra.
Qui ha sede l’area archeologica,
denominata anche Huaca Rajada; essa e’ formata da una piattaforma, ove hanno
sede le tre tombe esplorate, il museo dell’area e le due piramidi tronche.
L’ingresso alla piattaforma (2,5
Soles) consente di visitare le tombe del Signore di Sipan, del Vecchio Signore
e quella del Sacerdote, risalenti al II-III secolo d.C.
Il Signore di Sipan fu sepolto in
un sarcofago di legno in una camera in cui vennero deposti, oltre ai suoi beni
personali, anche la sposa principale, la sposa giovane, un bambino, un
comandante militare, un porta stendardo, un vigilante, un guardiano, due lama e
un cane.
Il Vecchio Signore,
presumibilmente un predecessore del Signore di Sipan, e’ sepolto in una zona piu’
modesta, mentre il corredo funebre presenta carattere piu’ sfarzoso. Lo
accompagnavano una donna e un lama.
Il sacerdote fu sepolto nella
zona sud-est della piattaforma nella stessa epoca del Signore di Sipan. Il
corredo ritrovato testimonia la sua potesta’ in ambito religioso e cerimoniale. La visita consente anche di
salire sulle due piramidi di fango e ammirare la complessiva area archeologica.
Naturalmente nell’area sono
esposte riproduzioni fedeli, in quanto gli originali sono custoditi presso il
museo Bruning, a Lambayeque.
Per recarsi a Lambayeque (11 km.)
occorre prendere un taxi collettivo a qualche isolato ad ovest dalla piazza
principale. Il viaggio dura meno di mezz’ora e i mezzi partono con molta
frequenza.
Il museo e’ nei pressi del
mercato, ma ora (maggio 2002) e’ in fase di allestimento la nuova sede, detto
Museo Reale, in un luogo poco distante.
L’ingresso costa 7 Soles e da’
diritto alla visita dei piani in cui sono custoditi i monili appartenenti al
Signore di Sipan (piano terra e primo piano) e del Vecchio Signore (secondo).
Il terzo e ultimo piano accoglie una bella collezione di ritrovamenti
appartenenti alla cultura di Lambayeque.
Fra i capolavori esposti vi e’ un
collare composto da dieci noccioline americane d’oro e dieci d’argento poste in
alternanza, pettorali di conchiglie finissime bianche, rosa e verdi (espondilus,
provenienti dalla costa meridionale dell'Ecuador), orecchini in lamine d'oro
con incastri di turchese bordati con filo d'oro raffiguranti l’uccello sacro,
paranaso, sonagli, sandali, bracciali, punte di frecce, lame d'oro e d'argento aventi
funzione rituale, vasellame di terracotta, e uno scettro a piramide
raffigurante un prigioniero in atto di sottomissione al sovrano.
E’ anche custodita la mummia del
Signore del Signore di Sipan.
Del Vecchio Signore e’ conservato
il superbo collare formato da ragni d’oro, oltre a molte armi in bronzo e
oggetti cerimoniali in oro.
Molte sono le raffigurazioni a
carattere terrorizzante: fra tutte, si ricorda la divinita’ dalle sembianze di
pesce (forse un pesce-gatto) e la dea decapitatrice (Ai-Apaec).
Una volta a Lambayeque ci si puo’
recare alla vicina cittadina di Tucume, per ammirare le possenti piramidi di
fango. I taxi collettivi che partono dal mercato vi porteranno per 2 Soles in
circa mezz’ora sino al paese, ove in una piazza centrale fa bella mostra una chiesa
color verde chiaro molto curiosa.
Dalla cittadina si puo’ poi
prendere un mototaxi, una simpatica moto a tre ruote con cabina coperta (5
minuti, 2 Soles) oppure proseguire a piedi per la assolata strada (20 minuti)
che conduce all’area archeologica, ove hanno sede le 26 piramidi tronche
risalenti alla cultura di Lambayeque.
L’insediamento di Tucume fu il
centro principale della cultura di Lambayeque, che fiori’ tra la valle di
Chicama e quella di Piura tra il 700 d.C. (sostituendosi alla cultura Moche) e
la fine del secolo XIV (conquista da parte della cultura Chimu’).
L’economia locale si basava
sull’agricoltura estensiva, praticata disboscando grandi le foreste di carrubi
che esistevano sull’entroterra settentrionale (c.d. valle del fiume La Leche),
ed attuata mediante la canalizzazione dei fiumi che scendono dalle ande.
Furono anche un popolo di abili
commercianti e navigatori, tanto che si suppone che giunsero ad avere relazioni
con le genti del centro America.
Tucume divenne centro principale
in fase tarda (1100 d.C.), quando la precedente capitale, Batan Grande
(visitabile a pochi chilometri di distanza), fu abbandonata e incendiata.
Nell’area archeologica e’
presente un piccolo ma interessante museo, frutto della collaborazione tra
l’Istituto Nazionale di Cultura del Peru’ e il Museo Kon Tiki di Oslo.
Tale collaborazione sorge a
seguito dell’interesse di Thor Heyerdahl, studioso norvegese, famoso per aver
attraversato nel 1946 l’oceano Pacifico, dal porto di Lima alla Polinesia, su una
imbarcazione leggera fatta di giunchi.
L’ingresso costa 7 Soles e da’
diritto a visitare il museo e l’area ove hanno sede le 26 piramidi fatte con
mattoni di terra seccata al sole. E’ una spianata di 230 ettari, ubicata a lato
di una collina detta Purgatorio.
La zona e’ formata dal settore
nord, costituito da costruzioni monumentali e il settore sud, con edifici piu’ piccoli,
tutti originariamente decorati nella parte esterna. Camminando nell’area e’ possibile
incontrare cocci di vasellame, pezzi di legno e ossa, presumibilmente risalenti
all’epoca di sviluppo della civilta’.
Da vedere Huaca I, probabilmente
il centro politico, Huaca las Balsas, che ancora conserva belle decorazioni che
richiamano la vita di mare e Huaca Larga, la piu’ esteso, con i suoi 700 metri
di lunghezza, 280 di larghezza e 30 di altezza.
A Batan Grande, precedente
capitale della civilta’ di Lambayeque, e’ possibile visitar euna cinquantina di
piramidi di fango. Nonostante la vicinanza con Tucume, non ci sono collegamenti
diretti tra le due localita’ (maggio 2002). |
|
Autore: |
rf2000
|
Copyright: |
I contenuti della presente opera d`ingegno sono riproducibili, parzialmente o totalmente, da ciascun utente, ma con l`obbligo di indicare la fonte: alol.it |
Il: |
08/09/2007 |
Visite: |
2293 |
Tot. voti: |
0 |
Voto medio: |
0 |
|
|
|
|
Torna indietro
|