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La penisola di Zapata

Una'oasi naturalistica tra le più importanti dell'America latina: inestricabili foreste di mangrovie e mille altre specie botaniche ed animali, sparse in un'area di oltre 4.500 chilometri quadrati, occupano l'estremo meridionale della provincia di Matanzas

Cuba ha una zona di grandissimo interesse etologico e naturalistico, come pochi altri Paesi dell'America latina: la peninsula de Zapata. Tale grande promontorio, che si affaccia sul mar dei Caraibi nel municipio di Playa Larga, si trova vicino a Playa Giron, dove nel mese di ottobre del 1962 avvenne il famoso sbarco delle truppe anticastriste.
La grande area paludosa venne bonificata nel corso degli anni '60 del secolo scorso, dopo essere stato dapprima l'habitat naturale delle popolazioni indigene (sono stati ritrovati resti anteriori alla nascita di Cristo) e poi il recondito albergo per pirati e corsari nonché per schiavi provenienti dall'Africa ribellatisi alla schiavitù coloniale.
La Cienaga de Zapata rappresenta un ecosistema unico, per quantità di specie animali e vegetali esistenti: oltre 900 specie di piante (raggruppate in 110 famiglie botaniche) di cui 115 endemiche cubane e 190 specie faunistiche (tra cui 12 mammiferi, 31 rettili e moltissimi pesci, anfibi e insetti), di cui tre endemiche locali; per tali ragioni è stata dichiarata dall'Unesco, nel 2000, Riserva della Biosfera.
Per raggiungere la splendida penisola giungendo dall'Oriente cubano, occorre prendere l'autopista nacional, una striscia di asfalto che attraversa quasi interamente l'isola di Cuba, ed uscire nei pressi della cittadina di Rodas. Da qui si procede per Yaguaramas e, oltrepassata la cittadina, la strada attraversa una fitta vegetazione. Si passano i piccoli villaggi di Horquitas e El Rincòn, per poi giungere all'ingresso di Playa Giròn.
Il paese è molto piccolo, composto da una lunga strada popolata da molte case basse, mentre l'edificio più rilevante è il residence della catena Horizontes, composto da una miriade di bungalows in muratura costruiti a ridosso della spiaggia. La principale attrattiva turistica della cittadina è il museo dell'invasione della baia dei Porci.
Proseguendo verso ovest, si percorre una strada asfaltata a due corsie la quale è perennemente ricoperta da uno strato di polvere rossa, generata dai granchi i quali nel corso della notte risalgono sulla terraferma e vengono, in buon numero, schiacciati dalle autovetture.
Nonostante tale macabro particolare, la strada è molto bella, in quanto costeggia il bel litorale del mar Caribe; in svariati punti è possibile accostare la macchina e godersi splendidi bagni su spiagge incantevoli.
Dopo circa dieci chilometri si arriva a Punta Perdiz, dove vi è un bel bar a forma di barca e un centro di sub; poco oltre, si giunge alla Cueva de los Peces, una grotta naturale di acqua dolce collegata al vicino mare da alcuni stretti condotti; la particolarità di tale caverna, grande come una piscina di medie dimensioni e profonda alcune decine di metri, con punte esplorate di 79 metri, è che è piena di pesci di ogni tipo e colore ed è possibile nuotarvi all'interno in tale multicolore compagnia.
Altro fatto singolare è che in tale piscina naturale sino a un metro di profondità l'acqua è dolce e fredda, mentre sotto tale livello diventa salata e calda.
Proseguendo, appare all'orizzonte il verdeggiante litorale che va a formare la lunga costiera della baia dei Porci; poco oltre, si trova la base del campeggio popolare e il centro ricreativo La Cubanita.
Dopo qualche chilometro si giunge a Playa Larga, ove si chiude la baia con una ampia spiaggia di sabbia chiara.
In prossimità di un ampio spiazzo con curva a destra, si prende a sinistra per Buenaventura e si accede al piccolo villaggio che dà accesso alla baia.
Poco oltre ha inizio la zona paludosa, contrassegnata da una sbarra di accesso.
Per entrare, occorre tornare all'ampia curva a sinistra e proseguire per alcune decine di metri sino all'ufficio di ricezione turistica, dove, per 10 dollari americani, si ottiene di essere accompagnati, in fuoristrada, da una guida naturalistica, sui sentieri sterrati che conducono alle saline e sino al remoto borgo di Santo Tomàs.
L'esplorazione dell'intera area può richiedere persino una giornata intera.

Autore: riccardo
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Il: 18/04/2006
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